uroboro al mudec
Simone Simon Ostan e Mauro Peloso davanti all’opera Uroboro

L’installazione Uroboro nasce da un’intuizione e da una serie di riflessioni che trovano salde basi nel significato stesso del termine: un simbolo antico che rappresenta un drago o un serpente che si morde la coda dando vita ad un cerchio senza inizio né fine.
Un tema ancestrale e presente nell’Umanità sin dai suoi albori, apparentemente immobile, in realtà in eterno movimento e simbolo dell’energia universale che si consuma e si rinnova di continuo.

l'arte incontra l'economia circolare
L’arte incontra l’economia circolare

Il Nord Est rappresenta la culla di questo progetto, esempio concreto di un ritorno al design preindustriale con uno sguardo alle installazioni artistiche e alla sostenibilità, commissionato da Electrolux e realizzato dagli artisti Simon Ostan Simone, art director dell’agenzia creativa Nuovi Spazi, dell’architetto Mauro Peloso e in collaborazione con Boris Brollo critico d’arte internazionale.

simone simon ostan e mauro peloso presentano il progetto "uroboro"
Simone Simon Ostan e Mauro Peloso presentano il progetto Uroboro

Il Mudec (Museo delle Culture) di Milano ha fatto conoscere l’installazione ad un vasto pubblico grazie all’esposizione dell’opera dal 1 giugno al 31 luglio 2022 nei suoi spazi esterni. Ad oggi Uroboro è visibile nello stabilimento Electrolux di Porcia (Pn).

La nascita del progetto

L’idea artistica non è sempre legata alla razionalità, ma nasce da meccanismi che vanno al di là della nostra comprensione, questo è quello che è successo con il progetto Uroboro. Una visione, una ispirazione generata dall’immagine di un serpente che si avvinghia e riporta alla mente il cerchio, associato al simbolo ancestrale grazie ad una serie di ragionamenti intrattenuti con Boris Brollo.

“Visitando la fabbrica di Electrolux sono rimasto impressionato da una delle macchine meno tecnologiche presenti che nel corso di una giornata producono 3000 pezzi di scarto: 3000 sfridi. Mi ha colpito quello tondo per la sua perfezione e da lì ha preso il via la visione di associazione con l’uroboro. È seguita una fase di perfezionamento in una galleria a Brighton nel corso del 2019, grazie anche all’aiuto dell’architetto Peloso.” Simon Ostan Simone

Assistendo al processo di scarto, lo sfrido è sembrato la sintesi perfetta dell’uroboro e quindi del serpente che si mangia la coda; da qui è nata un’installazione artistica che fa riflettere sulla ciclicità delle cose, sulla rigenerazione e sull’affinità con un’economia circolare / eco-friendly.

L’installazione

Uroboro è una struttura di sette metri e cinquanta di diametro e quattro metri e trenta circa in altezza, costituita da tre anelli: uno a terra, uno nella sommità e uno centrale. 24 puntoni sorreggono la struttura sulla quale è stata posizionata una maglia costituita da 960 elementi base ovvero cerchi (sfridi), scarti derivati dalla lavorazione della struttura delle lavatrici e in particolare dallo stampaggio dell’oblo all’interno dello stabilimento Electrolux di Porcia.

inaugurazione opera Uroboro
L’inaugurazione dell’opera Uroboro

Dove un messaggio tradizionale permetterebbe di comunicare i valori dell’economia circolare in modo semplice, l’installazione artistica consente allo spettatore di cogliere questo messaggio in modo profondo, efficace e spettacolare. L’installazione rappresenta un ponte, un’idea da condividere con il Mondo, basti pensare all’arte di Alberto Garrutti, esponente di rilievo dell’Arte Pubblica in Italia, dove il dialogo con la città e i suoi abitanti e il radicamento nel territorio sono fondamentali e il paesaggio è sempre il protagonista grazie alla vita che l’artista riesce a costruire al suo interno.

“Anche in Uroboro l’opera dialoga con la città, con uno spazio a favore di un’idea e offre la possibilità di espletare un concetto, in questo caso la circolarità e l’attenzione verso l’ambiente senza dimenticare che diviene anche simbolo di una contaminazione perfettamente riuscita di design e artigianato.” Simon Ostan Simone

Il risultato è un’installazione che può essere completamente smontata e rimontata e che sarà in grado di vivere altre vite altrove per raccontarci chissà quali altre storie.